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sabato 4 marzo 2017

NEL DESERTO CON ELIA




1 Re 19:1-8

1 Acab raccontò a Izebel tutto quello che Elia aveva fatto, e come aveva ucciso con la spada tutti i profeti. 2 Allora Izebel mandò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi trattino con tutto il loro rigore, se domani a quest'ora non farò della vita tua quel che tu hai fatto della vita di ognuno di quelli».
3 Elia, vedendo questo, si alzò, e se ne andò per salvarsi la vita; giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo; 4 ma egli s'inoltrò nel deserto una giornata di cammino, andò a mettersi seduto sotto una ginestra, ed espresse il desiderio di morire, dicendo: «Basta! Prendi la mia anima, o SIGNORE, poiché io non valgo più dei miei padri!»

Questo episodio della vita di Elia, ci dona diversi spunti di riflessione per la nostra vita.

Nel libro di 1 Re, il capitolo 18 racconta di come Elia, potente profeta e servo del Signore, riportò il popolo a Dio mettendo alla prova i falsi profeti che con il loro paganesimo lo stavano ingannando. La vittoria fu schiacciante su tutti i fronti, Elia dimostrò una grande fede e sopratutto un grande coraggio nel mettere a repentaglio la sua vita. 
Nel capitolo dopo però, che è appunto quello su cui riflettiamo oggi, lo vediamo fuggire spaventato nel deserto di fronte ad una minaccia della regina Izebel.

Non ci è dato sapere il motivo di questa fuga, tuttavia vediamo come l'animo di Elia sia scosso, la paura e lo scoraggiamento sono talmente grandi che al versetto 4 lo vediamo chiedere a Dio la morte. 

In questo versetto notiamo anche come il cammino di Elia all'interno del deserto sia durato appena un giorno. 
Prendendo il deserto come metafora di un periodo difficile della nostra vita e proseguendo nella lettura, possiamo riflettere su come Dio abbia usato questa "caduta di fede" di Elia come un'occasione di crescita.

1 Re 19:5

 5 Poi si coricò, e si addormentò sotto la ginestra. Allora un angelo lo toccò, e gli disse: «Àlzati e mangia». 6 Egli guardò, e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre calde, e una brocca d'acqua. Egli mangiò e bevve, poi si coricò di nuovo. 7 L'angelo del SIGNORE tornò una seconda volta, lo toccò, e disse: «Àlzati e mangia, perché il cammino è troppo lungo per te». 8 Egli si alzò, mangiò e bevve; e per la forza che quel cibo gli aveva dato, camminò quaranta giorni e quaranta notti fino a Oreb, il monte di Dio. 

Vediamo come il Signore gli doni forza in questo periodo difficile, Elia è caduto e si trova all'inizio di un deserto che sotto la guida di Dio è chiamato ad affrontare.

Nel versetto 8 scorgiamo come sia il Signore a imporgli di continuare a camminare in questo deserto dopo averlo rafforzato. Possiamo immaginare quanto questo "giro nel deserto" non sia affatto facile per Elia, immaginando la situazione abbiamo quasi la certezza di vederlo cadere, disperarsi, forse chiedere nuovamente di morire; lo vediamo nel tempo esaurire ed arrivare al limite della sua forza fino all'arrivo sul monte, dove trova rifugio in una caverna per rifugiarsi e riprendere un po' di fiato.

1 Re 19:9,10

Lassù entrò in una spelonca, e vi passò la notte. E gli fu rivolta la parola del SIGNORE, in questi termini: «Che fai qui, Elia?» 10 Egli rispose: «Io sono stato mosso da una grande gelosia per il SIGNORE, per il Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita».

Anche noi potremmo essere ad un punto della nostra vita molto simile a questo episodio, per qualche ragione la nostra fede è stata scossa, abbiamo attraversato un periodo dove il dubbio e la paura hanno preso il posto della pace e della serenità. 

E' proprio in questi momenti che dobbiamo aggrapparci più forte al Signore nella fede e nella preghiera, dobbiamo perseverare nella ricerca del Signore ed Egli interverrà con noi come con Elia, non ci farà fuggire dal deserto, al contrario ci darà la forza per affrontarlo.

Notiamo anche come il Signore si rivolge a Lui, non lo rimprovera, anzi tenta di farlo riflettere sulla sua situazione e al riparo della fede gli indica cosa fare.

1 Re 19:11-13

11 Dio gli disse: «Va' fuori e fermati sul monte, davanti al SIGNORE». E il SIGNORE passò. Un vento forte, impetuoso, schiantava i monti e spezzava le rocce davanti al SIGNORE, ma il SIGNORE non era nel vento. E, dopo il vento, un terremoto; ma il SIGNORE non era nel terremoto. 12 E, dopo il terremoto, un fuoco; ma il SIGNORE non era nel fuoco. E, dopo il fuoco, un mormorio di vento leggero. 13 Quando Elia lo udì, si coprì la faccia con il mantello, andò fuori, e si fermò all'ingresso della spelonca; e una voce giunse fino a lui, e disse: «Che fai qui, Elia?» 

E' come se gli stesse dicendo "Continua a cercarmi!" la ricerca di Elia continua e molti eventi gli avvengono intorno, qualcuno sta tentando di ingannarlo, all'inizio il Signore sembra essere in un poderoso vento di cambiamento, poi in un forte terremoto, quasi come un'evento che senza controllo a distrutto alcune certezze, poi un potente fuoco di purificazione. Nonostante tutto Elia resta aggrappato alla sua fede, esaminando a fondo ciò che gli avviene intorno, ma senza trovare Dio. 

Anche noi possiamo in un'attimo di smarrimento rischiare di vedere Dio dove non c'è, ma prendendo esempio da Elia, non dobbiamo avere fretta, esaminiamo ciò che ci sta intorno alla luce della Sua Parola e con la guida del suo Santo Spirito ed anche noi sapremo riconoscere le strade ingannevoli che sembrano giuste ma hanno il solo scopo di condurci fuori strada.

Il Signore si fa riconoscere, è in quel momento che la perseveranza e la pazienza vengono ricompensate, Il Signore non si trova sempre all'interno di grossi stravolgimenti, molte volte l'incontro con Lui avviene all'interno degli stessi problemi che abbiamo facendoci trovare la pace e la serenità, proprio come essere cullati da un vento leggero.

Quando ritroviamo il Signore in mezzo ad una situazione spiacevole ecco che il cammino riprende alla rovescia, la domanda che viene fatta ad Elia è sempre la stessa, quasi come un voler dire "Ora che mi hai trovato,  rifletti nuovamente su tutto e affronta ogni cosa insieme a me!"

La situazione non è cambiata, la risposta di Elia è sempre la stessa:

1 Re 19:14,15

14 Egli rispose: «Io sono stato mosso da una grande gelosia per il SIGNORE, per il Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato il tuo patto, hanno demolito i tuoi altari, e hanno ucciso con la spada i tuoi profeti; sono rimasto io solo, e cercano di togliermi la vita». 15 Il SIGNORE gli disse: «Va', rifa' la strada del deserto, fino a Damasco; e quando vi sarai giunto, ungerai Azael come re di Siria; 

Non sempre il Signore interviene cambiando le situazioni che ci fanno stare male, il vero miracolo avviene all'interno del nostro cuore, quando Gesù ci accompagna nel deserto e con calma, pazienza, preghiera e perseveranza ci aiuta a cambiare il nostro punto di vista e noi stessi. 

Il miglior "salvataggio" avviene quando in mezzo ai problemi, attraverso la guida dello Spirito Santo, riusciamo a mantenere la fede ed a trovare la serenità ed il Signore.
Anche Elia non viene magicamente teletrasportato fuori dai problemi, ma gli viene chiesto di tornare a camminare nello stesso deserto, di affrontare nuovamente delusioni e battaglie ma questa volta con pace, serenità e con l'aiuto ed il sostegno del Signore, in questo "viaggio di ritorno" la fede non si distrugge, anzi si rafforza dopo ogni colpo, si risolleva dopo ogni caduta senza più depressione ma con la serenità e la certezza che il Signore è sempre con noi pronto a guidarci, a sostenerci ed a combattere al nostro fianco.

Amen

Giovanni

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