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sabato 31 dicembre 2016

RINASCERE NELL' AMORE






Giovanni 3:1-3
C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei. 2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».

In questi versetti vediamo un episodio molto particolare, un fariseo di nome Nicodemo, di notte e in segreto va da Gesù.

Per prima cosa vediamo in sintesi chi erano i farisei, erano dei sacerdoti che studiavano assiduamente le leggi di Mosè ed erano molto rigorosi, giudicavano spesso coloro che avevano intorno e si ritenevano giusti e fedeli ad ogni legge della religione ebraica. Da subito la maggior parte di loro si schierò contro Gesù, infastiditi dalla Sua dottrina che insegna come la legge sia importante ma lo è altrettanto l’umiltà e l’amore per il prossimo.

Nicodemo nonostante lo vediamo in questo ambiente dove il rigoroso rispetto della legge vale molto di più di ogni altra cosa, fa un primo passo. Da solo, di notte e in segreto va ad incontrare Gesù, le sue prime parole sono di fede, riconosce Gesù come un “dottore” che è venuto da Dio e lo vede soprattutto dalle azioni e dai miracoli che Cristo opera in ogni uomo.

Dopo questo primo passo vediamo Gesù andare subito al sodo, una Sua qualità che ogni volta mi lascia piacevolmente a bocca aperta, “se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio”.

Gesù conosce i cuori degli uomini e indica subito a Nicodemo un requisito fondamentale che per lui e per ogni essere umano è alla base di un cammino di fede, ESSERE DISPOSTI A CAMBIARE. Questo è il significato di quelle parole, nascere di nuovo! Ma siamo davvero sicuri di afferrare il vero significato di questo concetto profondo ed essenziale? Lo stesso Nicodemo non riesce a trovare da subito una spiegazione:

Giovanni 1:4
Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»

Nonostante il suo sbigottimento e la confusione, non dice una cosa totalmente sbagliata; Gesù chiede a Nicodemo ed a ognuno di noi di essere pronti a rinascere.

Ovviamente, come anche Gesù specifica nei versetti seguenti la vera ed essenziale rinascita non è quella carnale ma spirituale, in sostanza dobbiamo essere pronti ad azzerare noi stessi e con fede, lasciarci guidare in preghiera dallo Spirito Santo .

Ci sono molte meditazioni, riflessioni, libri etc.. che parlano di questo argomento e con questa piccola riflessione non intendo approfondire in poche righe un argomento così complesso in ogni aspetto.

Mi sono chiesto cosa devo fare nella vita di tutti i giorni per rinascere spiritualmente.
Grandi gesta? Costruire chiese? Assistere in ogni momento i poveri e i bisognosi? Vestirmi di sacco e donare tutti i miei averi ai bisognosi? Pregare da mattina sera? Imparare a memoria la Bibbia?

Potrei continuare con questi esempi per ore e sebbene ognuna di queste cose può rappresentare un proposito più che perfetto per cambiare e vivere una vita di fede, il tutto resta senza alcuno scopo se prima non lavoro su me stesso. Questo concetto si trova espresso molto bene nella Parola di Dio:

1Corinzi 13:1-3
1 Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. 2 Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. 3 Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente.

Mettendo quindi insieme la risposta di Gesù a Nicodemo e questo versetto otteniamo un concetto che vale la pena approfondire, potremmo forse riassumere tutto con le parole “Rinascere nell’amore” ma cosa vuol dire nel concreto?

Mi sono chiesto come è stata la mia infanzia, non tanto il bella o brutta, come una sorta di psichiatra ma mi sono chiesto come è stato imparare. Non so voi ma tutte le volte che ho imparato qualcosa da piccolo è stato perché non avevo conoscenza e la curiosità e la voglia di fare e capire era la mia energia. Una cosa all’apparenza facile come allacciare un paio di scarpe, nuotare, andare in bicicletta.. etc.. è partita con una vera consapevolezza di non saperla fare. Da persona adulta e consenziente ora mi chiedo, come posso saper amare? Questa a mio parere è la prima domanda che ognuno si dovrebbe fare all’inizio e anche durante un cammino di fede, avviciniamoci perciò ad ogni Parola del Signore come un bambino che per la prima volta vede il mondo, con la smania di conoscere, mettere in pratica ed imparare.

In tutto questo però abbiamo un avversario molto grande e potente che risiede proprio in noi, si chiama ORGOGLIO! Ogni volta che mettiamo questo spregevole difetto davanti alla nostra sete infantile di conoscenza non impariamo più nulla, anzi cadiamo rovinosamente a terra rischiando anche di distruggere i pochi passi fatti nel nostro cammino di fede.

In questi casi dobbiamo sforzarci di abbassare la testa davanti a noi stessi e dire “Ho sbagliato! Non avevo capito! Rinasco nuovamente, ancora una volta!” e dietro ad ogni caduta, fallimento o allontanamento dalla fede chiediamo al Signore la forza di iniziare nuovamente a camminare insieme a Lui.

Di certo il cammino non è per niente facile ma al nostro fianco abbiamo Gesù pronto a sostenerci, avviciniamoci a Lui completamente svuotati da orgoglio, superbia, violenza e come bambini che vogliono imparare chiediamogli la forza di farci imparare ad amare attraverso la conoscenza che solo la fede, la preghiera e la lettura della Bibbia ci possono donare.

Che il Signore possa guidarci nel nostro cammino di fede nel starGli sempre più vicino, perché se è vero che dobbiamo imparare ad amare, non ci resta che fare il possibile per conoscere meglio Dio sapendo che:

1Giovanni 4:8

[…] Dio è amore.



 Giovanni

domenica 13 novembre 2016

IN ATTESA DELLA PROMESSA

Ecclesiaste 3:11


Al giorno d’oggi il dover aspettare per ottenere qualcosa ci rende nervosi.
Questo mondo è frenetico e ci porta al voler “tutto subito” portandoci a togliere completamente dalla nostra vita il senso della pazienza e del saper aspettare.
Quanto siamo realmente disposti ad aspettare per ottenere ciò che vogliamo? Ciò che vogliamo è poi sempre qualcosa che ci serve realmente?
L’uomo per sua natura è impaziente e lo è stato anche nel passato, questa mancanza di pazienza è andata via via aumentando con il passare del tempo; la Bibbia ci riporta le esperienze di molti uomini che non hanno saputo attendere.
Un degli esempi più eclatanti lo troviamo nel primo libro della Bibbia, la genesi, più nello specifico nella persona di Abramo,:

Genesi 15:4-6
4 Allora la parola del SIGNORE gli fu rivolta, dicendo: «Questi non sarà tuo erede; ma colui che nascerà da te sarà tuo erede». 5 Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda il cielo e conta le stelle se le puoi contare». E soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». 6 Egli 
credette al SIGNORE, che gli contò questo come giustizia.

Come possiamo notare Dio fa una promessa ad Abramo, gli promette una numerosa discendenza, dove possiamo notare l’impazienza di Abramo?

Genesi 16:1-2

1 Or Sarai, moglie di Abramo, non gli aveva dato figli. Aveva una serva egiziana di nome Agar. 2 Sarai disse ad Abramo: «Ecco, il SIGNORE mi ha fatta sterile; ti prego, va' dalla mia serva; forse avrò figli da lei». E Abramo diede ascolto alla voce di Sarai.

In questi versetti notiamo come anche Sara, moglie di Abramo, essendo sterile, non aspetta la realizzazione della promessa fatta dal Signore ma vuole affrettare i tempi, utilizzando un piano di riserva. In questo caso entrambi dimostrano di non avere fede né pazienza nei confronti del Signore, dal momento che Abramo decide di unirsi ad Agar, la serva di Sara, per avere un figlio.

Nonostante tutti i loro sforzi umani, la promessa del Signore non si era ancora compiuta e il Signore nella Sua misericordia gli riconferma ciò che gli aveva promesso all’inizio.


Genesi 17:15-19

15 Dio disse ad Abraamo: «Quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara. 16 Io la benedirò e da lei ti darò anche un figlio; la benedirò e diventerà nazioni; re di popoli usciranno da lei». 17 Allora Abraamo si prostrò con la faccia a terra, rise, e disse in cuor suo: «Nascerà un figlio a un uomo di cent'anni? E Sara partorirà ora che ha novant'anni?» 18 Abraamo disse a Dio: «Oh, possa almeno Ismaele vivere davanti a te!» 19 Dio rispose: «No, Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai il nome di Isacco. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza dopo di lui.

Notiamo che anche il Signore specifica un’altra che sarà la moglie di Abramo, Sara a concepire un figlio dal quale ci sarà la discendenza dell’intero popolo di Israele.
Da questo episodio possiamo notare come l’uomo ponga poca fiducia nelle promesse del Signore.

Per ognuno di noi il Signore ha un piano, che riguarda ogni aspetto della nostra vita, sta a noi avere il coraggio di dare a Dio il controllo.

Anche noi come Abramo molte volte non aspettiamo i tempi giusti del Signore ma tentiamo di accelerare le cose cadendo sempre in qualche errore.

Dio lavora nelle nostre vite in un modo che noi non possiamo capire.

-       Giovanni 13:7

Gesù gli rispose: «Tu non sai ora quello che io faccio, ma lo capirai dopo».

-       Proverbi 16:9

Il cuore dell'uomo medita la sua via,
ma il SIGNORE dirige i suoi passi.


Il Signore in questi versetti ci invita ad affidarci completamente a Lui anche quando non riusciamo a capire la strada da intraprendere, quando ci troviamo in mezzo alle avversità, la cosa migliore è inginocchiarsi, pregare il Signore e chiederGli di dirigere i nostri passi e attendere con pazienza e perseveranza la risposta.

Proverbi 3:5

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore
e non ti appoggiare sul tuo discernimento.


Che il Signore possa guidare i nostri passi e ci dia soprattutto la pazienza di aspettare l’adempimento della Sua promessa.


Amen

Jennifer

domenica 9 ottobre 2016

I TRAGUARDI DELL'ESISTENZA




Nel mondo troviamo solo dei traguardi che ognuno di noi si sente più o meno in dovere di raggiungere, o forse sono traguardi che sono sempre esistititi magari con alcune differenze.

Non sto parlando certamente dei nostri traguardi personali dettati dalla nostra volontà di seguire il Signore per i quali chiediamo il Suo aiuto e la Sua forza per raggiungerli; quelli sono traguardi di cambiamento, di modifica di noi stessi nel tentativo, seguire il più possibile gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo.

I traguardi ai quali mi riferisco sono quelli dettati da questo mondo, tante volte sono situazioni così tradizionali e normali dettate semplicemente dallo stile di vita della maggior parte della cittadinanza e della cultura del paese in cui viviamo.

In alcune culture, il lavoro la fa da padrone, in altre la famiglia numerosa, il matrimonio, l’aspetto più bello, la dieta più sana…etc.. tanti piccoli traguardi che nella nostra vita ci sentiamo di dover raggiungere per arrivare alla meta di allinearci con il mondo che ci circonda.

Ogni  traguardo può essere più o meno importante, sono arrivato alla conclusione di suddividere questi traguardi in due grandi e direi interminabili blocchi:

- Traguardi Standard
- Traguardi Extra

I Traguardi standard sono quelli che nella normalità determinano i nostri desideri umani e materiali dettati dalla nostra cultura o dalla nostra umanità e sono quelli basilari.

Sono così normali ed elementari che quasi si può scrivere un ordine cronologico riguardante la vita di una persona partendo per esempio dalla fine della scuola dell’obbligo o meglio dall’età adulta:

  1) Laurea
  2) Lavoro
  3) Relazione Sentimentale
  4) Casa
  5) Matrimoni
  6) Figli
  7) Nipoti
  8) Pensione
  9) Vecchiaia
10) Fine

Alcuni possono anche essere visti o posizionati in un ordine cronologico diverso ma sicuramente questi sono tra i traguardi ed i desideri più normali, umani ed elementari che una persona ambisce per vivere appieno una vita il più possibile completa e serena.

Intorno a questi ruotano senz’altro i “traguardi extra”, quella tipologia di traguardi dettati dall’ambiente che ci circonda, dalle nostre amicizie, dai nostri rapporti sentimentali etc.. etc..

In alcuni ambienti uno dei traguardi da raggiungere potrebbe essere: avere sempre vestiti alla moda, una macchina potente e veloce, l’ultima tipologia di cellulare o aggeggio elettronico, essere uno dei più bravi in un determinato sport… etc…

Tra questi, che potrebbero anche risultare a prima vista innocui, potremmo aggiungere, quei traguardi che non bisogna assolutamente tentare di raggiungere perché si vede da subito che conducono ad una vita di guai: essere il più forte nell’usare la violenza, essere quello che fuma di più,  che beve di più o si droga di più, quello più spavaldo che non ha paura a mettere a rischio la propria vita facendo qualcosa di stupido…

Tutti questi restano nel bene o nel male, alcune delle cose che ci sentiamo di dover fare per avere una vita che secondo noi vale pena di essere vissuta.

Personalmente ho conosciuto svariate persone che hanno raggiunto molti di questi traguardi, ho conosciuto persone che hanno passato la loro vita dedicandosi completamente allo studio, al lavoro, alla famiglia, ai nipoti e all’ottenimento della pensione; persone che sono dichiaratemene i migliori in fatto di moda, macchine potenti e veloci o i migliori a giocare a calcio, ai videogame o che sono sempre i primi ad avere l’ultimo modello di Iphone o di computer; ho purtroppo anche conosciuto quelle persone, che si sono rovinati la vita per essere i migliori ad usare la violenza, i migliori nel bere nel fumare o magari nel dogarsi etc...

Tutte queste tipologie di persone hanno però in comune una cosa che le accomuna tra di loro e che soprattutto ci accomuna tutti. Una cosa che non cambia a seconda del tipo di traguardo che abbiamo raggiunto, la fine di questa vita.

Resta un qualcosa che accomuna ogni uomo e che ognuno, prima o poi, ci deve fare i conti. La fine è qualcosa che avviene per tutto e tutti e sta a noi tenerla in considerazione quel tanto che basta, pensarci solo in alcuni momenti oppure non pensarci fino a che accade.

Ma una domanda sorge spontanea; nel tempo, mettiamo tra mille anni, i miei personali traguardi di oggi quanto possono essere importanti per me?

Certo ci sono stati nella storia numerosi personaggi che hanno lasciato il segno con i traguardi che hanno raggiunto, di cui molto probabilmente si parlerà a lungo ma quanti altrettanti personaggi ci sono stati che hanno magari risolto enormi problemi, raggiunto dei traguardi personali apparentemente impossibili e dei quali non sappiamo e non sapremo mai l’esistenza?

Ecco che in tutto questo la Parola di Dio ci dono una risposta e una chiara linea da seguire:

Matteo 16:26
Che gioverà a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l'anima sua? O che darà l'uomo in cambio dell'anima sua?

Quando il raggiungere uno di questi traguardi diventa per noi un’ossessione a cosa ci porta realmente? Una volta ottenuto un traguardo ecco che il mondo ce ne mette subito davanti un altro e così via fino alla fine, per questo dobbiamo stare molto attenti quando prendiamo la decisione di raggiungere un traguardo.

E’ giusto che riguardo ai “traguardi standard” mettiamo la nostra serietà è il nostro impegno, il classico “darsi da fare” per vivere una vita come vogliamo noi e che tenta almeno nel suo piccolo di mirare ad essere il più serena e felice possibile; su molti “traguardi extra” dobbiamo invece stare più che attenti ed alcuni è meglio lasciarli proprio perdere.

La cosa importante è che nessuno di questi traguardi deve diventare per noi un’ossessione o peggio un’ossessione dettata dal desiderio di conformarsi e seguire ciò che le persone o l’ambiente che ci circonda ci obbligano a perseguire.

Per concludere questa piccola riflessione, uno solo deve essere il nostro principale obiettivo, l’unico traguardo che vale la pena raggiungere e che neanche la morte può in nessun modo sconfiggere o rendere nullo.

Tracce di questo “Traguardo supremo” lo troviamo in più parti nella Bibbia:

Matteo 6:33
Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.

1Giovanni 2:17
E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno.

Giovanni 6:27
Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo».

Giovanni 6:39,40
39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 40 Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

 E potrei andare ancora avanti per molto tempo a citare altre parti della Bibbia con lo stesso messaggio.

Vi chiedo anche a voi, se conoscete qualche versetto a voi più caro su questo argomento di aggiungerlo nei commenti.

Per concludere, la cosa importante in questa vita, quella per cui ognuno di noi dovrebbe dedicare il tempo necessario per raggiungerla appieno, è ottenere una grande, forte e serena relazione con Nostro Signore Gesù Cristo.

Poiché il solo ed unico traguardo duraturo nella vita dell’uomo dipende unicamente dalla scelta che viene fatta in questo poco tempo che ci viene dato su questa terra.

Matteo 6:24
Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.

Che il Signore ci Benedica.

Amen


sabato 1 ottobre 2016

Racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te......




Luca 8:39
«Torna a casa tua, e racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te». Ed egli se ne andò per tutta la città, proclamando tutto quello che Gesù aveva fatto per lui.

Riflettendo sempre sulla Parola di Dio, si scorgono diversi episodi nel Nuovo Testamento, in cui Gesù chiede alle persone che salva o guarisce di non seguirLo nel Suo viaggio terreno ma tornare nelle loro città, nelle loro case, dai loro amici e “Raccontare le grandi cose che Dio ha fatto nella loro vita”.

Questo concetto può essere preso perfettamente anche per la nostra vita di credenti. Tante volte il riflettere per ore, teologicamente o filosoficamente sulla Parola di Dio non ci da la stessa cosa che ci dona il racconto di un’esperienza, di una testimonianza della potenza della fede di un nostro amico o famigliare riguardo ad una situazione.

Certo, non sempre è facile spiegarlo e non sempre le persone che ci circondano sono disposte a mettere da parte i loro possibili dubbi. Una cosa però certa e così reale che quasi la si può toccare è che, il mio “vivere un problema” con fede, migliora decisamente il mio approccio ad una situazione e mi dona la forza per mantenere la calma o comunque mi fa vivere in maniera decisamente più serena il problema.

Per spiegare meglio mi farò aiutare dalla Bibbia. In qualsiasi occasione dobbiamo sempre tenere presente che l’unica fonte di saggezza, di amore e di forza è Il Signore e per attingere a tutto questo dobbiamo percorrere le strade che Lui ci ha indicato, la fede, la preghiera e la lettura della Sua Parola.

All’interno della Parola di Dio ci sono molti episodi che trattano questo argomento, uno in particolare che ci fa riflettere su come la fede e l’aiuto del Signore possano trasformare il male in bene è il seguente:

Marco9:15-27
15 Subito tutta la gente, come vide Gesù, fu sorpresa e accorse a salutarlo. 16 Egli domandò: «Di che cosa discutete con loro?» 17 Uno della folla gli rispose: «Maestro, ho condotto da te mio figlio che ha uno spirito muto; 18 e, quando si impadronisce di lui, dovunque sia, lo fa cadere a terra; egli schiuma, stride i denti e rimane rigido. Ho detto ai tuoi discepoli che lo scacciassero, ma non hanno potuto». 19 Gesù disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando vi sopporterò? Portatelo qui da me». 20 Glielo condussero; e come vide Gesù, subito lo spirito cominciò a contorcere il ragazzo con le convulsioni; e, caduto a terra, si rotolava schiumando. 21 Gesù domandò al padre: «Da quanto tempo gli avviene questo?» Egli disse: «Dalla sua infanzia; 22 e spesse volte lo ha gettato anche nel fuoco e nell'acqua per farlo perire; ma tu, se puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».23 E Gesù: «Dici: "Se puoi!" Ogni cosa è possibile per chi crede». 24 Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità». 25 Gesù, vedendo che la folla accorreva, sgridò lo spirito immondo, dicendogli: «Spirito muto e sordo, io te lo comando, esci da lui e non rientrarvi più». 26 Lo spirito, gridando e straziandolo forte, uscì; e il bambino rimase come morto, e quasi tutti dicevano: «È morto». 27 Ma Gesù lo sollevò ed egli si alzò in piedi.

In questo episodio vediamo il padre di un ragazzo indemoniato chiedere aiuto per prima cosa ai discepoli, evidentemente, come in altri episodi della Bibbia anche la fede dei discepoli in alcune situazioni viene meno e non riescono ad esorcizzare lo spirito. Il padre tuttavia non demorde e appena vede Gesù chiede anche Lui di aiutare Suo figlio.

Da un lato mi piace vedere Gesù che “perde la pazienza” con i discepoli, mi fa capire che nonostante una mancanza di fede è sempre pronto a starci vicino, dall’altro lato mi rendo conto come la fede per noi uomini sia come un altalena, alcune volte siamo vicini a Dio ed altre siamo distanti e purtroppo abbiamo un avversario che approfitta di ogni nostro momento di debolezza.

Anche il padre del ragazzo, nonostante chiede aiuto a Gesù, mostra alla fine un dubbio “[..]ma tu, se puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci»”.

Voi cosa avreste fatto nei panni di Gesù, prima mi chiedi aiuto e poi metti in dubbio che Io possa aiutarti davvero. Da essere umano quale sono, gli avrei probabilmente risposto “Visto che non ti fidi, risolviti il problema da solo”. Gesù però non è come noi uomini, Lui ci ama, ci sopporta, ci sostiene nonostante tutto, ci ascolta e ci aiuta. Ed ecco il concetto che più volte torna nell’intera Bibbia  " Ogni cosa è possibile per chi crede»”.

Molte volte mi capita di vedere persone che dopo aver ascoltato una testimonianza di fede, dicono “Ma figurati! A me non è mai successo!!” e abbandonano l’dea di un Dio che li ama e vuole stare con loro ed anche in questo episodio vediamo che un’idea simile passa per la testa di questo padre “Vediamo se puoi fare qualcosa ma non ci credo molto.”

Se l’idea iniziale è la stessa, l’approccio è decisamente diverso; il padre del ragazzo nel nostro episodio, nonostante la sua mancanza di fede, chiede aiuto a Gesù “Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità». “

SUBITO… immediatamente il padre chiede aiuto a Gesù, come a volergli dire “Signore Io non ho tutta questa fede, ma voglio provarla, voglio provare quella magnifica sensazione che altre persone provano con te. Anche Io voglio sentirmi amato, ascoltato e rasserenato come quelle persone che credono in te, aiutami in questo!”. Penso che questa sia una delle richieste più belle del mondo, chiedere aiuto a Dio di avere fede in Lui!

Alla fine dell’episodio vediamo come Gesù risolve la situazione, aiuta questo padre a credere e salva suo figlio.

L’immenso amore che Gesù ha per noi uomini lo vediamo proprio da questo,  Gesù non ci abbandona mai, per nessun uomo arriverà mai il momento in cui pregando Dio si sentirà rispondere “Per te non ho tempo” oppure “A te non ti aiuto”.

Il Signore ci ama sopra ogni cosa, vuole salvarci e stare con noi.

Non ci ha mai detto che questa vita è facile, non lo è stata neanche per Lui; quello che il Signore ci ha promesso è che sarà sempre accanto a noi nelle difficoltà, pronto a combattere, a salvarci, a rassicurarci ed a soffrire al nostro fianco. Uno dei versetti che più racchiude questa promessa lo troviamo in

Giosuè 1:9
Non te l'ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non ti spaventare e non ti sgomentare, perché il SIGNORE, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai».

Per concludere questa breve riflessione, vorrei prendere un impegno con tutti voi ed invitarvi a fare la stessa cosa. Quando vediamo un nostro amico in difficoltà, un nostro conoscente in mezzo ad una bufera  di problemi, avviciniamoci a lui, ascoltiamo il suo sfogo e dopo aver pregato nel nostro cuore, raccontiamo le grandi cose che Dio ha fatto per noi e di come sia magnifico avere fede in un Dio di amore.

Per me il Signore ha fatto molto e molto altro sta facendo ogni giorno, auguro a chiunque leggerà queste parole di svegliarsi ogni giorno con la convinzione di essere amato da Dio e che in ogni sua battaglia il Signore sarà sempre, con amore, al Suo fianco.
Prendo in prestito un bellissimo video che ho trovato su youtube e rende molto bene l’idea di come Gesù sia sempre vicino a noi.




Amen