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domenica 19 febbraio 2017

GIUDIZIO E AMORE!






Levitico 19:15

Non commetterete iniquità nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia.

1 Corinzi 6:3

Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!

1 Corinzi 4:3

A me poi pochissimo importa di essere giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, non mi giudico neppure da me stesso.

Matteo 7:1

1 «Non giudicate, affinché non siate giudicati

Da questi versetti che ci parlano del giudicare, non si sa bene da dove partire.

Sembra che in parte il dubbio amletico possa darci lo spunto per chiederci scosa dobbiamo fare: "Giudicare o non giudicare? Questo è il dilemma!"

Penso che in ogni momento in cui nella Parola di Dio si incontrano dei dubbi la cosa migliore da fare sia di continuare a cercare con umiltà la risposta più corretta.

Su questo argomento in particolare sono stati scritti libri e volumi di teologia e filosofia che spiegano in maniera senz'altro più approfondita un tema così complicato come il giudizio rispetto alle poche righe di questo blog. Tuttavia siamo chiamati a perseverare nella lettura della Bibbia e il pensiero di chiunque, più o meno colto e approfondito aiuta sicuramente a capirci qualcosa di più.

Mi sono chiesto: In che maniera giudicava Gesù ?

Nella Bibbia troviamo diversi episodi, ma uno in particolare mi ha dato molto da riflettere:

Giovanni 8:1-11

3 Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. 5 Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» 6 Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. 7 E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, alzato il capo, disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. 9 Essi, udito ciò, e accusati dalla loro coscienza, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi fino agli ultimi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo. 10 Gesù, alzatosi e non vedendo altri che la donna, le disse: «Donna, dove sono quei tuoi accusatori? Nessuno ti ha condannata?» 11 Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neppure io ti condanno; va' e non peccare più».]

In questo episodio vediamo come i farisei chiamino Gesù a giudicare una donna colta in adulterio, un peccato gravissimo che veniva punito con la morte.

Mi piace vedere la delicatezza con la quale Gesù salva la donna facendo riflettere i suoi accusatori su una verità lampante, SIAMO TUTTI PECCATORI DAVANTI A DIO. Tutti noi abbiamo peccato e siamo passibili di morte davanti alla legge.
Tuttavia Gesù utilizza la sua arma più potente IL PERDONO, ma lo fa in maniera scaltra, delicata e senza annullare ciò che la legge dice. 

Il discorso diventa lungo e complesso, soprattutto se si tenta di approfondirlo in ogni aspetto, ma le parti che più mi hanno fatto riflettere sono:


  • La frase di Gesù che mira a far riflettere gli uomini sulla loro natura di peccatori "«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei»" 


  • La frase in cui dice alla donna che è salva perché anche i suoi aguzzini erano peccatori, più o meno accaniti come lei "«Donna, dove sono quei tuoi accusatori Nessuno ti ha condannata?». "


  • La frase a mio parere più bella e che più ci fa riflettere sul giudizio, Gesù dice alla donna che il suo terribile peccato le è stato perdonato, di non stare più a preoccuparsi di quello che è successo, ma la mette in guardia su come la legge non sia stata annullata, anzi la legge di non commettere adulterio resta invariata e scritta in eterno ma quel suo peccato ormai perdonato deve servirle da lezione per non commetterlo più in seguito "«Neppure io ti condanno; va' e non peccare più»"

In questo episodio vediamo come l'amore di Gesù per l'uomo, il perdono e la legge si mescolano in un'armonia perfetta. Gesù perdona ma allo stesso tempo fa capire la gravità del peccato e indica alla donna la via per la quale deve camminare per imparare dal proprio errore.

A seguito di questa piccola riflessione si legano alla perfezione due versetti.

Matteo 5:18

Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto.

Questo versetto riporta le parole di Gesù in cui viene espressamente indicato come la legge non cadrà fino a che non ci sarà il Suo ritorno alla fine dei tempi.

L'uomo di conseguenza, attraverso la fede, la preghiera, la guida dello Spirito Santo e la perseveranze deve continuamente scegliere la via del bene in un combattimento spirituale che dura una vita, rispettando il più possibile la legge di Dio.

Matteo 7:2

perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi.

All'inizio della riflessione abbiamo analizzato solo il versetto prima di questo nel quale si dice di "«Non giudicate, affinché non siate giudicati", il seguito tuttavia ci fa riflettere sul modo in cui giudichiamo. 

Gesù con la donna adultera ha comunque giudicato, quel "va' e non peccare più»" ammette che una trasgressione della legge è avvenuta, la donna aveva veramente peccato, ma il giudizio deve andare di pari passo con l'amore, il perdono e la voglia di aiutare il nostro prossimo.

Quel "perché con il giudizio con il quale giudicate, sarete giudicati;" ci fa molto riflettere poiché sposta il problema su di noi, la domanda che ci dobbiamo fare è questa, come vogliamo essere giudicati dal prossimo?

Le risposte possono essere molte a seconda della nostra vita e del nostro essere, leggendo la Parola di Dio si capisce che il giudizio è alle volte essenziale per capire quale strada dobbiamo intraprendere o per avvisare il nostro prossimo che sta commettendo un errore.
Tuttavia essendo un'azione così delicata, nella quale si può anche correre il rischio di ferire o umiliare una persona, non deve essere fatto alla leggera.

Prima di giudicare il mio prossimo devo mettermi cristianamente nei suoi panni, tentare di capire cosa sta passando, essere informato il più possibile dei fatti e giudicare con amore e assoluto impegno di aiutare quella persona a superare l'ostacolo che ha davanti. Senza tutte queste caratteristiche il nostro giudizio perde completamente di efficacia, anzi rischia di diventare un'arma potente nelle mani del nemico per mettere in difficoltà o peggio allontanare il nostro prossimo dalla fede, senza contare i litigi e le dispute che ne derivano.

La mia preghiera per tutti noi, è che la nostra capacità di giudicare diventi un aiuto per noi e il nostro prossimo e non un'occasione di caduta o tristezza.

Che il Signore ci guidi sempre con il Suo Santo Spirito.

Amen

Giovanni

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