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venerdì 11 luglio 2014

SETE DI VENDETTA: "ISTRUZIONI PER L'USO"

Romani 12:17-21
17 Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini. 18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini. 19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». 21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.
In tutto il capitolo 12 si analizza il modo di vivere che deve avere un cristiano che vuole seguire gli insegnamenti di Gesù. In particolare del versetto 17 si analizza il rapporto che dobbiamo avere con gli altri.

Per vivere da cristiani bisogna mettere in pratica molti cambiamenti alla nostra natura umana, tuttavia le cose da tenere ben in mente sono principalmente due:

-  Amare
Perdonare

In più occasioni ci viene detto che l’amore è il sentimento più forte che dobbiamo avere non solo verso amici e parenti, ma addirittura verso il prossimo, ci viene detto di amare anche i nostri nemici e quindi Perdonare il male che ci viene fatto senza ricercare la vendetta.

Vista in questo modo può sembrare una situazione impossibile da attuare in questo mondo, perché il primo pensiero ci porta inequivocabilmente a pensare al rischi di essere gli zerbini del prossimo. Se è lecito porsi questo dubbio è anche vero che ciò che dice il versetto parla di come vivere una vita in maniera dignitosa ma senza fare del male al prossimo.

Se è vero che il perdono di un mio nemico mi può far apparire debole ai suoi occhi non dobbiamo dimenticare che dalla nostra abbiamo la Fede nel Signore, la Sua vicinanza ed il Suo sostegno; ogni volta che l’ira verso qualcuno o qualcosa ci assale, dobbiamo pregare Dio di donarci la serenità in modo da perdonare chi ci ha fatto del male e risolvere la situazione in maniera lucida facendo la Sua volontà.

Analizzando i versetti troviamo però due punti su quali vale la pena riflettere:

1) Il versetto  18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini” ci pone di fronte al nostro limite umano di perdono, a causa della nostra natura corrotta, non solo ci è impossibile andare d’accordo con tutti ma abbiamo anche difficoltà nel comprendere il perdono smisurato che Dio ha per tutti noi. Quel “Se è possibile, per quanto dipende da voi” ci sprona a mettercela tutta per andare d’accordo ed amare il prossimo ma nello stesso tempo ci dice di non sentirci troppo in colpa nel momento che ciò non è possibile, sicuramente nella nostra vita non andremo d’accordo con tutti, ma anche nel caso limite dobbiamo sempre sforzarci di non odiare il prossimo ma cercare in tutte le maniere di controllarci.

2) “19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 20 Anzi, «se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo». 21 Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene.” Il discorso è chiaro; se nel versetto 18 si analizza il nostro limite ad amare e ci fa prendere atto che con alcune persone, malgrado i nostri sforzi, non riusciremo ad andare d’accordo; dal versetto 19 l’apostolo Paolo ci mette in guardia dai sentimenti che proviamo nel momento in cui qualcuno ci fa del male.

In quell'istante ci sentiamo offesi e l’ira è sempre pronta a prendere il sopravvento sul nostro giudizio, ed ecco che in un battito di ciglio l’amore abbandona il nostro cuore, lasciando il controllo al male.
La prima cosa che cambia è l’approccio che abbiamo con quella persona che ci ha feriti, se prima facevo il possibile per comportarmi in maniera fraterna e benevola, ecco che subito passo dall’essere il fratello amorevole a spietato giudice.

Da quell’istante nel mio cuore regna la vendetta ed è proprio su questa che Paolo ci scrive le “istruzioni per l’uso”. Dobbiamo, con tutte le nostre forze, riuscire a non provare risentimento verso una persona che ci ha fatto del male a volte però, nonostante il nostro impegno, ci sentiamo i “giusti giudici” che devono decidere la giusta sentenza e la giusta condanna verso il prossimo.

Ma siamo davvero così giusti? Come possiamo fare per combattere la nostra sete di vendetta?

19 Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: «A me la vendetta; io darò la retribuzione», dice il Signore. 

La risposta è chiara!  Lasciamo non solo la vendetta al Signore ma anche il giudizio.
Concludo con questo versetto:

Giacomo 1:20
Perchè l'ira di dell'uomo non compie la giustizia di Dio.

Il Signore è l’unico che può giudicare in maniera corretta ed emettere una giusta sentenza, sarà pertanto Lui a decidere se vendicare qualcosa o lasciare perdere, seguendo questa filosofia arriveremo a non metterci dalla parte del male arriveremo a riconoscere il nostro limite di esseri umani ed a lasciare tutto nelle mani di Dio. Prego perché Dio riesca a guidare ognuno di noi in tutti gli aspetti della nostra vita.

Quante volte vi capita di sentirvi dei corretti esecutori della giustizia verso il prossimo?
Come reagite il più delle volte? 
Vi è mai capitato di affidarvi completamente all'amore ed alla giustizia di Dio? Se sì, come vi siete sentiti dopo?

Le riflessioni a voi….

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